Domanda di prestazioni odontoiatriche nel 2023 e prospettive per il 2024

Fig. 1 Andamento del mercato odontoiatrico negli ultimi anni.
Fig. 1 Andamento del mercato odontoiatrico negli ultimi anni.

Il 2023 si può considerare il primo vero anno “post Covid” anche per l’odontoiatria. Proviamo ad analizzare le ragioni di questa considerazione.

L’enorme crescita della domanda nel 2021, che avevamo previsto sin dalla fine del 2020, definendola come un “rimbalzo fisiologico”, si è manifestata come diretta conseguenza del marcato declino registrato nel 2020, che tutti conosciamo (fig. 1).

Del resto, le cure odontoiatriche sono indispensabili; i trattamenti meno urgenti, spesso caratterizzati da costi più elevati, possono essere eventualmente posposti, ma è inevitabile che coloro che necessitano di tali cure prima o poi le realizzino.

Pre-Covid
Pre-Covid

Questo assunto, apparentemente scontato, ci racconta però molto del modello di sviluppo del settore dentale: si tratta infatti di un comparto stabile e solido, più influenzato dalla tipologia della domanda (progressiva variazione del mix di prestazioni) che non dalla quantità di pazienti, che sia pur lentamente tendono ad aumentare in modo progressivo.

La vera incognita, rispetto alla grande crescita del 2021, era relativa all’esercizio successivo che, fortunatamente, ha raggiunto all’incirca gli stessi livelli dell’eccezionale 2021, nonostante un terribile mese di gennaio 2022 fortemente condizionato da un’impennata di contagi da Covid-19.

Lockdown
Lockdown

Tornando ora al tema dell’indispensabilità dei trattamenti odontoiatrici, con la conseguente necessità di recuperarli nel tempo, e facendo la media del triennio 2020-2022, è possibile stimare che quasi tutto quanto perduto nel 2022 sia stato recuperato, ad eccezione giusto di una “coda” di implantologia e protesi. Ma, di fatto, proprio per questa ragione possiamo considerare l’esercizio 2023 come il primo e proprio “anno post Covid”.

Technical rebound
Technical rebound

Un 2023 che non solo ha consolidato positivamente la crescita della spesa delle famiglie del 2022, ma è andato oltre, e dai valori parziali raccolti fino a ottobre 2023 dal panel Key-Stone, possiamo stimare per l’esercizio del 2023 sull’anno precedente un ulteriore trend positivo solo di poco inferiore al 3%.

Prioritization needs
Prioritization needs

Questa crescita può essere ricondotta essenzialmente a due fattori principali: il lieve incremento dei prezzi e l’aumento di trattamenti odontoiatrici con orientamento estetico.

I prezzi degli studi dentistici sono monitorati permanentemente con cadenza annuale dall’osservatorio Key-Stone e, grazie a questa specifica ricerca, si stima un aumento medio del 2,5% negli ultimi 12 mesi, dopo anni di stagnazione, se non di deflazione, dei prezzi delle prestazioni.

Physiological rebound
Physiological rebound

Dall’altro lato, osserviamo un costante incremento di offerta di prestazioni relative all’ambito estetico, come trattamenti con allineatori, sbiancamenti, etc., che stanno caratterizzando la domanda anche da parte della popolazione più anziana, che, oltre a ciò, tendere a richiedere sempre di più riabilitazioni permanenti (spesso su impianti) anche in età avanzata.

New normal
New normal

La stima della domanda complessiva per degli studi dentistici è composta per la maggior parte dal cosiddetto “out of pocket”, ossia da quanto viene direttamente speso dalle famiglie italiane (dato rilevato da ISTAT, al momento fino al 2021 e rielaborato da Key-Stone, poiché ISTAT non pubblica il dato della spesa per protesi e ortodonzia, oltre che la parte relativa al cosiddetto “terzo pagante”).

Occorre infatti considerare che gli introiti del comparto odontoiatrico non sono esclusivamente relativi alla spesa sostenuta dalle famiglie italiane poiché è sempre più impattante il peso delle convenzioni dirette, il cui valore viene prudentemente stimato in circa 600/800 milioni di euro.

Su queste basi, possiamo quindi affermare che, includendo le convenzioni dirette, il mercato del 2022 si è assestato attorno ai 9,7 miliardi di euro.

Alcune previsioni per il 2024

Abbiamo visto quali sono le dinamiche che hanno sostenuto il consolidamento degli ultimi anni, ma quali previsioni possiamo fare per il 2024?

Con l’aggiunta del terzo pagante e con la domanda fisiologica che Key-Stone ritiene si possa esprimere con un aumento del 2%, nel 2024, per la prima volta dopo 17 anni (dal 2007) la domanda odontoiatrica complessiva dovrebbe tornare a superare la barriera dei 10 miliardi di euro.

Chiaramente i 10 miliardi del 2007 non sono esattamente quelli del 2024, poiché nel frattempo il costo della vita è aumentato di oltre il 34% in circa 16 anni, ma si tratta comunque di una barriera anche psicologica importante. A questo proposito, ricordo che la valutazione di poco più di 10 miliardi significa un ricavo medio di circa 260.000 per studio dentistico (fig. 2).

Fig. 2 Evoluzione della domanda di prestazioni (milioni di euro).
Fig. 2 Evoluzione della domanda di prestazioni (milioni di euro).

Per il 2024 non possiamo quindi che parlare di una tendenza in positivo, sia pur leggera, di circa il 2%. Ma, parlando di crescita, è sicuramente importante distinguere l’andamento complessivo della domanda rispetto alla crescita dei singoli studi. Il mercato si sta infatti strutturalmente concentrando, in quanto si riduce, seppur lentamente, il numero degli studi dentistici operanti in Italia. E, in particolare, le strutture più organizzate, e in linea di massima più grandi, sono quelle che potranno approfittare maggiormente di questa concentrazione, aumentando i propri ricavi a prescindere dalle dinamiche di crescita lenta della domanda.

Evoluzione della domanda odontoiatrica

In un settore così indispensabile per la popolazione come quello odontoiatrico non possiamo comunque ignorare la problematica della disparità economica. Da una delle nostre ultime ricerche è emerso come quasi il 40% di chi non è andato dal dentista nell’ultimo anno abbia rinunciato per motivazioni prettamente economiche. Diminuiscono però anche gli interventi più complessi e invasivi: molti vanno dal dentista per fare prevenzione. Osserviamo, infatti, che nell’ultimo anno, su 10 adulti che si sono recati dal dentista, 7 hanno fatto almeno una seduta di igiene orale professionale; un’abitudine che, sia pur spesso motivata da ragioni estetiche, porta a una costante prevenzione e impatta, senza ombra di dubbio, sulla progressiva riduzione del “ticket medio di spesa” del paziente.

Occorre però valutare che una parte della popolazione, sempre più numerosa, risulta anagraficamente più anziana e possiede, mediamente, un potere di spesa superiore. Di fatto, si allunga l’aspettativa di vita, che si traduce in un allungamento dell’aspettativa di salute. Come accennato precedentemente, sono sempre di più le persone over 60 e 70 che desiderano prestazioni estetiche e permanenti.

Assistiamo, infatti, a un calo abbastanza importante della protesi mobile e, parallelamente, a un incremento di interventi di implantologia. Esiste quindi una domanda da parte della popolazione più matura, che è sempre più evoluta. Nell’ultima ricerca che abbiamo svolto su un campione di 400 implantologi, il 35% ha affermato come sia aumentato notevolmente il peso degli over 70 che richiedono protesi su impianti.

Uno sguardo al futuro in termini di macro-tendenze

Un tema molto interessante e grande novità del 2023 è la maggiore propensione da parte degli odontoiatri ad effettuare trattamenti di medicina estetica, anche grazie a una revisione della normativa a riguardo. Dalle interviste sul nostro panel di studi odontoiatrici è emerso che il 15% del campione afferma di eseguire già alcuni di questi trattamenti; in molti casi non si tratta di filler, ma dell’utilizzo di macchinari per trattamenti estetici. Un 19%, invece, prevede di inserire questi trattamenti nel prossimo futuro. Riscontriamo, quindi, un forte interesse per la medicina estetica nel 34% del campione: uno studio su tre esegue già questi trattamenti o comunque prevede di iniziare in futuro. Abbiamo poi un 23% di “curiosi”, ovvero coloro che sarebbero interessati ad approfondire la tematica ma non hanno ancora un’idea precisa, e un 43% che invece è assolutamente contrario all’idea di effettuare dei trattamenti di medicina estetica all’interno dello studio.

Un altro tema che possiamo analizzare in quanto driver di cambiamento nello scenario odontoiatrico è sicuramente quello della digitalizzazione. Qualcuno pensa ancora che il digitale sia legato al possedere uno scanner per prendere un’impronta. In realtà lo scanner intraorale è semplicemente il primo strumento che ci apre la porta verso un mondo di attività: pianificazione chirurgica, pianificazione ortodontica, addirittura comunicazione diretta con l’odontotecnico e comunicazione all’interno dello studio per fare delle attività di teleconsulto e quindi migliorare l’efficienza dei flussi di lavoro, ma anche la comodità del paziente per i consulti e nelle situazioni post-intervento.

Parliamo di un tema molto articolato e, probabilmente, ci vorranno ancora molti anni prima che l’odontoiatria diventi completamente digitalizzata. Il passaggio alla “dematerializzazione totale” è una fase molto lunga. Probabilmente, ci dicono gli esperti sociologi, sarà la generazione Z, che però oggi ha poco potere decisionale negli studi dentistici, quella che effettivamente potrà ragionare in una logica totalmente dematerializzata. Sempre in ambito digitalizzazione, dobbiamo poi capire come potrà evolvere lo sviluppo delle tecnologie di stampa 3D sia in termini di hardware, che di software e dei materiali.

Proprio per analizzare meglio questo fenomeno, Key-Stone ha realizzato un ampio studio di mercato, i cui risultati saranno disponibili per le aziende e per la stampa tra febbraio e marzo 2024.

In ultimo, non possiamo tralasciare il fatto che “nel 2023 il mondo ha scoperto l’intelligenza artificiale”. Chiaramente il tema è aperto da anni, ma è dal 2023 che è diventato davvero di dominio pubblico, anche grazie alla “popolarizzazione” di alcuni applicativi di grande diffusione.

Quella che stiamo vivendo è una fase molto interessante, sebbene con alcune incognite, che non riusciamo ancora a stimare, anche se è chiaro per tutti che le principali preoccupazioni si riferiscono agli ambiti etici e normativi.

Sappiamo però che ci sono grandi cambiamenti in atto, e la completa digitalizzazione dello studio è e sarà il cuore di questi cambiamenti.