INTRODUZIONE
L’odontoiatria contemporanea ha declinato in numerose forme, sulla base delle disponibilità tecniche via via disponibili sul mercato, la chirurgia guidata in implantologia, giungendo a gradi sempre maggiori di precisione e permettendo al clinico di arrivare a realizzare guide scomponibili capaci di “guidare” il processo dall’estrazione, alla regolarizzazione della cresta, all’inserimento degli impianti, fino alla ribasatura del provvisorio.
Forse un po’ in controtendenza, probabilmente per un feeling non troppo sentito per questo tipo di approccio e per la specificità dei casi affrontati (molti di questi post-estrattivi in pazienti con dentatura terminale), parallelamente ad altri clinici, con il mio gruppo abbiamo portato avanti una procedura differente che potrebbe essere riassunta in una “chirurgia guidata a ritroso”, in cui partiamo sapendo già dove vorremmo i nostri denti, inseriamo gli impianti, quindi andiamo a “riscrivere” all’interno di un provvisorio in parte già fresato il tragitto dei canali per le viti. Per fare tutto questo è necessario un bravo Cad-Cam specialist e un fresatore in grado di riprendere un fresaggio interrotto mantenendo la cialda nel suo portacialda nella posizione di partenza.
Schematicamente accade questo:
- dalla scansione o dalle impronte analogiche della situazione di partenza viene realizzato un waxup digitale o analogico in cui i denti vengono “montati” là dove li vogliamo;
- dal waxup si ottiene un provvisorio da cui viene generato un file stl, che una volta processato al Cad-Cam ci permetterà di fresare (in PMMA) la porzione più coronale della dentatura provvisoria che andremo ad applicare al paziente;
- viene eseguito l’intervento e una volta posizionati gli impianti si esegue una scansione con scambodies avvitati sugli impianti;
- la scansione viene matchata con la scansione contenente il waxup grazie a punti di repere specifici che in un superiore sono di solito le rughe palatine e le porzioni tuberali;
- il file utilizzato per la prima fresatura viene sovrascritto e ora conterrà le informazioni relative ai canali vite, fori passanti e tragitti transmucosi realizzati ad arte senza la necessità di aggiungere resina o composito;
- viene ultimato il fresaggio del provvisorio, dopodiché non resta che incollare (in questo caso i tBase per Mua) all’interno delle sedi d’incollaggio perfettamente fresate. E proprio l’incollaggio è uno dei segreti del successo di questa tecnica, in quanto di un vero e proprio incollaggio si tratta, e non di una ribasatura. In questo modo il PMMA che andiamo a posizionare in bocca al nostro paziente manterrà inalterate tutte le sue proprietà, non da ultimo la non dismissione di monomero nelle fasi di guarigione, che avranno sempre un aspetto ottimale.


Case report
Paziente: donna di 56 anni, non fumatrice.
Situazione endodontico-parodontale degli elementi superiori compromessa (fig. 1, 2).
Optiamo per la rimozione contestuale e l’inserimento di 4 impianti a carico immediato (Ires Volution 4,1 x 13 sui frontali e 4,1 x 16 sui tiltati) + 2 (Ires Volution 4,1 x 8) inseriti con l’utilizzo di Magnetic Mallet con minirialzo senza aggiunta di biomateriale. La cresta viene leggermente regolarizzata a mezzo fresone in zirconia nella porzione frontale (fig. 3-6).

Una volta inseriti gli impianti, si procede a posizionare 2 mua dritti sui frontali e 2 inclinati a 30 gradi sui posteriori. Dopodichè vengono avvitati gli scanbodies e si procede alla scansione dell’intera arcata (eseguita con Sirona Omnicam) (fig. 6), da cui si nota anche la presa dell’impronta analogica che ci permetterà di verificare la bontà del fresato e ci faciliterà nelle procedure d’incollaggio e messa in articolazione.
Come preannunciato nell’introduzione, il provvisorio (PMMA multistrato), di solito il giorno prima dell’intervento, viene fresato parzialmente (fig. 7) e mantenuto in macchina nel suo portacialda senza spostarlo. A questo punto, dopo la scansione degli scambodies e il matching con il waxup eseguito sulla scansione originaria del paziente, avviene l’elaborazione definitiva al Cad-Cam del provvisorio (fig. 8), la sovrascrittura del file e il fresaggio della rimanente porzione: sedi d’incollaggio (in questo caso per i tBase che sono di più semplice utilizzo in quanto il posizionamento è guidato dalla scanalatura intrinseca) e passaggi vite (fig. 9) (dove viene mostrata l’assoluta passività dei tBase nelle sedi appena fresate).

Fig. 5c, 5d Con l’ausilio del magnetic mallet vengono inseriti 2 impianti nelle zone distali, effettuando dei mini-rialzi, che verranno lasciati seppelliti e caricati al momento della messa in opera del definitivo.




9c, 9d Aspetto dei tBase che prima di essere incollati saranno sabbiati e silanizzati.

A questo punto si procede all’incollaggio dei tBase nelle loro sedi, utilizzando composito auto-foto indurente (fig. 10). Oltre a questo vantaggio determinante per il successo di questa tecnica, la bellezza di una procedura del tutto digitale sta nel creare oltre che tragitti transmucosi customizzati senza fatica anche canali vite che possono essere chiusi semplicemente con una goccia di composito. Terminata la procedura si verifica l’articolazione in maniera analogica, quindi si procede ad avvitare il provvisorio in bocca (fig. 11-13).



Per completezza mostriamo le fasi di finalizzazione del caso che prevedono:
- a 6 mesi dal carico, rilevamento della nuova posizione gengivale (fig. 13).
- prova plastica che risulta essere una copia esatta del provvisorio, che ci permette di rilevare linee estetiche definitive e una occlusione divenuta orma “abituale” per la paziente (fig. 14)
- messa in opera del lavoro definitivo in zirconia monolitica stratificata incollata (fig. 15, 16).


15d Struttura definitiva avvitata su modello. – 15e Particolare della zona estetica.

Conclusioni
Al di là della dotazione tecnica necessaria alla buona riuscita di un intervento eseguito con questa procedura, riteniamo che i risultati in termini di condizionamento e mantenimento delle componenti tissutali sia da sicuro sprone a un suo più costante utilizzo. A livello di tempistiche e impiego risorse sia strumentali che umane, rispetto a un provvisorio ribasato direttamente in bocca senza la realizzazione di modello, siamo certamente distanti in termini di praticità, ma i risultati relativi a precisione, accuratezza e soprattutto mantenimento integrale delle proprietà del materiale non sono certamente paragonabili.
Rispetto a ciò, probabilmente, ci verrà in aiuto la stampa 3D (sufficientemente rapida da consentire una drastica riduzione dei tempi di produzione), allorquando verranno sviluppati materiali sia funzionalmente che esteticamente paragonabili a un multistrato in PMMA.