Verso un ecosistema sanitario digitale

Il ruolo della tecnologia cloud

Verso un ecosistema sanitario digitale
Verso un ecosistema sanitario digitale

La crescente consapevolezza dell’importanza della patient journey nel settore sanitario ha portato a una significativa evoluzione nelle strategie e nelle tecnologie adottate. Questo cambiamento ha enfatizzato l’importanza di un approccio centrato sul paziente, favorendo lo sviluppo di soluzioni innovative come la telemedicina e i sistemi di comunicazione digitale.

La trasformazione digitale è stata quindi guidata non solo dall’esigenza di rispondere alla crisi della pandemia, ma anche dalla crescente domanda dei pazienti per un’esperienza di cura tecnologicamente avanzata e più personalizzata.

La transizione verso la tecnologia cloud nel settore sanitario sta seguendo il passo di questo complesso processo che oggi è influenzato da fattori economici significativi: la digitalizzazione ottimizza l’efficienza e riduce i costi operativi ma, allo stesso tempo, i costi iniziali necessari per adottare queste tecnologie possono rappresentare un ostacolo significativo.

Secondo uno studio condotto da Deloitte e pubblicato sull’ Healthcare Outlook 2023, questa dinamica si riflette in modo diverso a seconda dei contesti nazionali: mentre in alcuni paesi europei la pressione sui margini spinge verso una rapida digitalizzazione, in altri come gli Stati Uniti e l’Australia, la cautela nel preservare i margini finanziari può rallentare questo processo.

Nonostante le sfide, la maggior parte degli esecutivi nel settore della salute riconosce i benefici a lungo termine della digitalizzazione: il sondaggio, che ha coinvolto quasi 400 professionisti sanitari in sei paesi, ha rivelato che due terzi degli intervistati prevedono di spostare la loro infrastruttura IT sul cloud entro un anno, e il 96% si aspetta di farlo entro tre anni (fig.1). La promessa di questa tecnologia, e in particolar modo delle automazioni, è quella di ridurre i costi migliorando i processi di back-office come la codifica clinica, la fatturazione, la programmazione, la gestione delle buste paga e degli approvvigionamenti.

Fig. 1
Fig. 1

L’accelerazione di tecnologie basate sul cloud ha lo scopo di incrementare le interazioni dei pazienti nel mondo digitale: questa tendenza sta “obbligando” le aziende sanitarie a migrare verso servizi in cloud e a sviluppare partnership con fornitori di PRM (patient relationship management) ed ERP (enterprise resource planning).

Nel settore privato, specialmente nelle piccole e medie aziende sanitarie come cliniche e studi medici privati, l’adozione della tecnologia cloud è, infatti, già una realtà che si sta consolidando.

La flessibilità e la scalabilità offerte dal cloud si adattano perfettamente alle esigenze di queste strutture, permettendo loro di rispondere con agilità alle richieste variabili del mercato e di gestire i dati dei pazienti in modo sicuro e conforme ai regolamenti. La capacità di accedere a software e servizi aggiornati senza ingenti investimenti iniziali in infrastrutture IT permette anche a queste realtà di rimanere competitive e di fornire servizi di alta qualità (fig. 2)

Fig. 2
Fig. 2

Un altro aspetto rilevante è il miglioramento della collaborazione tra i professionisti: con il cloud, le informazioni sui pazienti possono essere condivise in modo sicuro e veloce tra diversi fornitori di assistenza, migliorando così la qualità delle cure e l’efficienza operativa. Questo è particolarmente utile per i pazienti con condizioni complesse che richiedono la cura di più specialisti.

Tuttavia, è fondamentale considerare che questa “transizione al cloud” deve essere guidata da un elemento chiave che è rappresentato dalla personalizzazione dell’esperienza del paziente. La capacità di modellare i servizi attorno alle necessità individuali non solo incrementa la soddisfazione del paziente, ma apre anche la via a una cura più efficace e accessibile.

L’intelligenza artificiale, lavorando a braccetto con il cloud, in un futuro molto prossimo permetterà di analizzare e interpretare enormi quantità di dati per fornire assistenza personalizzata, anticipare le esigenze sanitarie e migliorare i risultati clinici.

Questa cosiddetta “liquidità dei dati”, cioè la capacità di accedere, integrare e manipolare set di dati standardizzati, sta assumendo un ruolo sempre più importante anche nel panorama della sanità digitale.

Molte organizzazioni sanitarie stanno già sfruttando questa crescente mole di dati (fig. 3) per migliorare diagnosi e trattamenti, la prevenzione delle malattie e la personalizzazione dei servizi sanitari per i singoli pazienti.

Fig. 3
Fig. 3

La maggiore fluidità e accessibilità dei dati sanitari longitudinali, che comprendono, cioè, informazioni generate sia dai pazienti che dai fornitori, dati sullo stato di salute e benessere, dati finanziari e sociali, si traduce in un vantaggio sia per gli utenti che per i professionisti del settore. Con l’affermarsi di standard condivisi e il diffondersi dei servizi cloud, sarà sempre più semplice accedere, fruire e integrare questi dati.

Guardando al futuro, possiamo ipotizzare che le capacità e i servizi che formeranno gli ecosistemi sanitari includeranno diversi aspetti della patient journey.

Amazon, nel suo settore, è un esempio di come un ecosistema non sanitario abbia permesso ai consumatori di sfruttare una singola piattaforma digitale per un’intera gamma di esigenze. Nel settore sanitario, le offerte di coinvolgimento potrebbero includere la programmazione degli appuntamenti, l’assistenza nei trasporti, il monitoraggio quotidiano della salute e l’assistenza finanziaria.

La natura orientata al consumatore di questi ecosistemi aumenterà il numero di punti di contatto nell’assistenza sanitaria (touchpoint digitali), con l’obiettivo di informare il comportamento del paziente e migliorare i risultati.

Da un lato, emergeranno ecosistemi sanitari per pazienti sani, che vivranno un’esperienza più digitale, con l’uso di dispositivi indossabili e analisi personalizzate dei dati. Dall’altro lato, ci saranno ecosistemi per pazienti con condizioni croniche complesse, in cui il coordinamento tra fornitori e servizi diventa cruciale.

Si pone, tuttavia, la questione della proprietà dei dati e della privacy: i pazienti detengono la titolarità dei propri dati e devono concedere esplicitamente l’autorizzazione al loro utilizzo. Gli stakeholder dovranno pertanto garantire adeguati meccanismi di protezione e dimostrare che l’ecosistema offre chiari benefici aggiuntivi prima che i pazienti siano disposti ad accettare il compromesso tra l’accessibilità dei dati e la privacy.